11 ottobre 2016
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Vi racconto un episodio che mi è accaduto: ho portato in lavanderia un abito da cerimonia, al ritiro mi è stato comunicato che si era danneggiato e che la lavanderia non avrebbe mai risarcito.
Pertanto, di solito non lo faccio mai, mi sono presentata come docente di diritto e ho spiegato che nel codice civile si afferma esattamente il contrario.
Infatti, anche in assenza di specifiche istruzioni sul tipo di lavaggio il lavoro deve essere eseguito a regola d’arte e il risultato garantito sempre.
Sono arrivata ad un accordo con la proprietaria che mi ha riconosciuto una somma forfettaria.
Quindi, mi sono documentata e ho trovato delle sentenze in merito.
Cosa succede se la lavanderia alla quale si richiede il lavaggio e la stiratura di un abito, lo restituisce danneggiato in maniera irreparabile? Il titolare della lavanderia è sempre responsabile. Scuola Informatica
Accade sempre più spesso, infatti, che tali incidenti si verifichino e sono frequenti i motivi di discussione tra il consumatore e chi ha eseguito il lavaggio, il quale si appella al fatto di aver seguito scrupolosamente le istruzioni indicate nell’etichetta posta all’interno del vestito.
Questo tipo di scusante non può essere utilizzata dal tintore, poiché l’attenzione che esso deve dedicare nelle operazione di lavaggio dei tessuti, sono alla base della sua professionalità. Egli deve essere in grado di riconoscere immediatamente la composizione dei tessuti ed indicare, prima di accettare il lavoro, se esistono dei problemi, o comunque informare il cliente di possibili inconvenienti che potrebbero verificarsi al termine del lavaggio. Infatti, anche nel caso in cui dovesse mancare l’etichetta con le istruzioni, il tintore deve essere sempre e comunque in grado di sapere cosa fare, e, nel dubbio, rifiutare di eseguire il lavoro. Proprio a causa di questi incidenti, sta divenendo sempre più frequente la prassi per le lavanderie di stipulare apposite assicurazioni contro i danni apportati ai vestiti. Istituto Tecnico Turismo
Come tutelarsi, quindi? Sarebbe buona norma informarsi preventivamente con il tintore e raccomandarsi circa la buona riuscita del lavoro. Nel caso in cui il vestito dovesse risultare danneggiato e ci fossero contestazioni tra le parti, il cliente deve reclamare alla lavanderia il risarcimento del danno, contestualmente alla richiesta della compagnia di assicurazione presso la quale risulta essere assicurata. In questo caso la richiesta di risarcimento danni va avanzata nei confronti della compagnia assicuratrice; in mancanza, la richiesta va effettuata nei confronti della lavanderia. In entrambi i casi è sufficiente inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno, con l’indicazione sintetica dei fatti e la richiesta di risarcimento danni, allegando magari copia dello scontrino attestante il prezzo pagato per l’abito. Scuola Paritaria Milano
In caso di diniego del risarcimento del danno, si renderà necessario ricorrere al Giudice di Pace, il quale dovrà pronunciarsi sull’accoglimento della richiesta avanzata. È importante sapere che per il consumatore sarà sufficiente provare l’acquisto del vestito (mediante l’esibizione dello scontrino) e l’entità del danno, esibendo anche una semplice riproduzione fotografica del vestito danneggiato. In questo caso, infatti, il cosiddetto “onere della prova”, sarà a carico del tintore, il quale potrà liberarsi da ogni responsabilità solo se prova che il danno si è verificato per caso fortuito, ovvero provocato da cause ignote.
